La Self-Disclosure – letteralmente, Divulgazione di Sé – è una pratica, o tecnica, che si utilizza in psicologia quando si ritiene utile mettere a conoscenza il nostro paziente di alcuni dettagli della nostra vita personale o professionale. È una pratica molto delicata perché non deve invertire il rapporto terapeuta/paziente. Si deve quindi evitare in tutti i modi di trasformare il momento in una sorta di “confessione” al nostro paziente richiedendo in modo implicito un aiuto da lui. Ma può essere molto utile per facilitare il rapporto di fiducia e la confidenza necessaria al percorso del paziente.
Quando e come ricorrere alla self-disclosure
Tutto quello che viene detto all’interno di un momento di Self-Disclosure deve essere utile, in qualche modo (anche non espressamente esplicito), al percorso del paziente. Non si parla, in questo caso, di dettagli come cosa si è mangiato un determinato giorno o il nostro colore preferito. Si parla di questioni che possono essere di una certe rilevanza. Sarebbe indispensabile, dove c’è la possibilità, ragionare bene sulla necessità della Self-Disclosure, magari anche in supervisione. In questo modo possiamo ben capire le ragioni dietro tale momento e fare in modo che non sia un nostro bisogno di qualche tipo.
In quanto pratica molto delicata è possibile che un terapeuta non molto esperto la utilizzi a sproposito. E’ quindi lecito far notare la cosa o prendere le dovute distanze. È anche pratica corretta informare il nostro paziente di quello che si sta per fare, prima di farlo, in modo che ci sia un accordo sul momento.
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