Uno dei libri su cui baso la maggior parte del mio lavoro è “Intelligenza Emotiva” di Daniel Goleman. Questo libro presenta in maniera molto accurata il profondo significato dell’Intelligenza Emotiva, uno dei diversi tipi di intelligenza che possediamo, e i modi in cui è stata trascurata nella storia recente.
Intelligenza emotiva e quoziente intellettivo
Nel corso del secolo scorso, e sempre per i motivi sbagliati (la guerra), abbiamo sviluppato diversi test per misurare l’intelligenza. Avere la possibilità di misurare tale capacità permetteva agli operatori di fare selezioni più corrette (o presunte tali) e quindi risparmiare denaro e vite umane sul lungo termine. Lo studio del Quoziente Intellettivo (o Q.I.) è poi diventato così popolare che è uscito dalle caserme ed è entrato prima negli ospedali, poi nelle case di chiunque, fino ad arrivare all’assurdità dei mille test su riviste patinate (e adesso su Facebook). Tutto questo perché si pensava che l’intelligenza misurata da alcuni test fosse la qualità primaria dell’essere umano. In quanto tale se ne doveva ricercatre lo sviluppo e il potenziamento a tutti i costi, proprio per dare un futuro migliore ai nostri figli.
Quella che definiamo intelligenza nel parlato comune, ovvero la capacità di ragionamento, calcolo, assorbimento rapido di informazioni e molte altre sfaccettature, non ci definisce bene come umani ma come computer. Più un essere umano assomiglia a un computer, più è intelligente. Niente di più lontano da quello che è davvero l’essere umano, ovvero una creatura formata prima di tutto da emozioni e sentimenti.
Il risultato di questo volersi concentrare sull’intelligenza razionale trascurando la nostra parte emotiva lo abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni. Se soltanto ci fossimo focalizzati sull’Intelligenza Emotiva almeno un decimo di quello che abbiamo fatto per quella razionale, adesso le cose sarebbero molto differenti. Ma non è ancora tutto perduto, anzi. Grazie agli interessantissimi studi riportati in questo libro possiamo vedere come le possibilità dell’essere umano siano davvero infinite, e non limitate al solo raziocinio.
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