La Psicologia non è una scienza esatta. Ci sono alcuni rami di essa che lo sono, come le Neuroscienze, ma se guardiamo attentamente possiamo vedere che studiano più il cervello che la “Psiche”. Nessuna disciplina può essere considerata una scienza esatta se l’oggetto dei suoi studi cambia continuamente, non è fisso nel tempo o nello spazio, e non è nemmeno lontanamente simile ad altri membri della sua stessa specie, il popolo umano. Nessuna differenziazione in scienza ‘dura’ o scienza ‘morbida’ può giustificare le differenze incontrate nel nostro lavoro clinico quotidiano, e più spesso che non sembra che l’etichetta ‘scienza’ sia usata soltanto per “nobilitare” falsamente una disciplina che dovrebbe essere considerata nobile anche senza essere una scienza.
L’arte di fare psicologia
La capacità di mettere in parole i nostri pensieri e sentimenti, scriverli su carta, è forse scienza? L’abilità necessaria per mischiare colori e colpi di pennello su tela è forse basata su qualche scienza? Non c’è niente di scientifico nell’avere a che fare con le nostre emozioni, e quando parliamo di esseri umani stiamo sempre parlando di sentimenti, pensieri, considerazioni, punti di vista, niente che possa essere quantificabile, categorizzabile, schematizzabile o altro. Quando abbiamo a che fare con le persone nel modo in cui lo facciamo con la terapia, stiamo parlando di Arte. Stiamo parlando della capacità di suscitare emozioni, aiutare le altre persone ad esprimerle, riconoscerle e, alla fine, accettarle.
Psicologia: al centro di tutto ci sono le emozioni
Le emozioni sono il punto focale della maggior parte dei nostri problemi e il centro di tutte le terapie dinamiche disponibili. Ma perché è così? Perché raramente ci viene insegnato come affrontarle, impariamo fin da piccoli che le emozioni provocano molti fastidi quando sono espresse in un ambiente dove non sono liberamente accettate, e così le blocchiamo. Ma le emozioni sono parte integrante di noi e, se non le lasciamo scorrere, in una maniera controllata, possono dare luogo a diversi tipi di sintomi che possono danneggiare la nostra vita quotidiana. Ogni sintomo è un messaggio dall’interno, dal nostro inconscio, che ci dice che c’è qualcosa che non va, qualcosa che dovrebbe essere cambiato. E prima agiamo, più facile sarà il processo.
Conflitti e psicodinamica
Come afferma la teoria psicodinamica, ogni problema che non ha un’origine organica deve venire da un conflitto interno tra energie che arrivano da direzioni differenti. Per risolvere questo problema il conflitto deve essere appianato così che le nostre energie interne possano riprendere a circolare liberamente nel loro percorso. Il nostro conflitto più comune nasce da energie che si originano dentro di noi (possono venire da bisogni, volontà o qualsiasi altra cosa) e quello che la società permette che sia fatto. Il nostro sé naturale, quello chiamato Inconscio da questa teoria, ha molti bisogni che devono essere incanalati dalla società per farla progredire avanti. Ma qualche volta questi bisogni cambiano, e la società per come è strutturata non è più in grado di soddisfarli a pieno. Così, nasce il conflitto.
Perché andare in terapia
Soddisfare i nostri bisogni e adattarsi alle pressioni della società è un ideale modo di vivere. Ma, come detto prima, siamo umani, e ciascuno di noi è differente. La società è costruita attorno ad una media di bisogni che è perfettamente adeguata alla maggior parte delle persone (o almeno così si crede). Condizioni specifiche possono cambiare questi bisogni: che sia un’infanzia difficile, un enorme quantitativo di stress o una perdita specifica, qualche volta abbiamo bisogno di aggiustare noi stessi per riprendere un equilibrio perso. In psicologia, la terapia ha questo solo obiettivo: aiutare le persone a ritrovare una posizione stabile, risolvendo conflitti e trovando nuove vie per soddisfare i propri bisogni. Può richiedere un po’ di tempo, ma è un cambiamento permanente che è necessario quando qualcosa intorno a noi cambia.
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