La Presa in carico è letteralmente l’atto di Fiducia che il paziente fa quando si convince che può affidarsi davvero al terapeuta a cui si è rivolto. Non è detto che per il paziente sia una sensazione consapevole, ma il professionista esperto nota il cambio di atteggiamento nei suoi confronti, sia in qualità di Terapeuta sia nei confronti del percorso che si sta facendo.
La presa in carico deve essere presente e rapida. E non deve mancare
La presa in carico non è automatica, né scontata. A volte può non avvenire e in quel caso il rapporto rimane molto in superficie senza poter scendere nel profondo né crearsi davvero un rapporto terapeutico: al limite è uno scambio cordiale di informazioni. È compito del terapeuta assicurarsi che sia invece presente e rapida, di modo da poter cominciare a lavorare davvero. Capita che sia sufficiente una sessione o anche solo cinque minuti, la classica buona prima impressione; di media richiede qualche sessione, le prime tre o quattro.
Se questa non avviene, la difficoltà può essere presente da entrambe le parti: da una parte c’è un terapeuta che non si è dimostrato, per differenti motivazioni, sufficientemente affidabile, o serio, o professionale. Dall’altra c’è un paziente che non vuole, o non può, fidarsi e affidarsi. Essendo la relazione centrale nel rapporto terapeutico di un percorso psicodinamico, se manca la Presa in carico è difficile che una tale combinazione di Terapeuta e paziente possa andare a buon fine. Quando capita, e alla fine non è così frequente, non si può fare altro, dopo aver fatto qualche tentativo, che inviare il paziente a un altro professionista, evitando di distribuire colpe o responsabilità.
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