La Misoxenia è una nuova parola, letteralmente significa “odio per il diverso”, e a mio avviso la maggior parte delle volte è più adatta di “omofobia”
Finora
Tempo fa io stesso mi sono interrogato su cosa fosse l’omofobia e cosa comportasse. In quanto -fobia, almeno in teoria, dovrebbe stare a significare una paura, e quindi una necessità di allontanarsi dall’oggetto stesso della paura. Con omofobia invece si è sempre inteso qualsiasi comportamento “negativo” nei confronti della comunità LGBT+, dalla paura, appunto, al molto più frequente disprezzo e fino ad arrivare alla violenza. In questo modo si è così mascherato, in modo involontario, un tipo di comportamento che rappresenta proprio l’odio e il diprezzo. E lo si è fatto con un’emozione o una “problematica” che dovrebbero quasi indurre pietà e compassione, come appunto una fobia.
Il disprezzo
Il disprezzo, che è un’emozione sociale, è il fratello del disgusto, con un’accezione più attiva e negativa. Se il disgusto ci porta ad allontanarci da qualcosa che non tolleriamo (proprio come una fobia) il disprezzo ce la fa “aggredire” in qualche modo, anche solo verbalmente. Il disprezzo è quindi manifestato attraverso un atteggiamento aggressivo di vario tipo, e tende a umiliare o “distruggere” il suo oggetto. Il disprezzo è alla base dell’odio, o quanto meno ne è una suo componente fondamentale. Personalmente ritengo che disprezzo e odio siano due cose molto differenti, ma in questo caso prendiamo l’accezione legale, per così dire, come quando crimini basati, per esempio, sulla questione razziale, vengono definiti crimini d’odio. In realtà credo proprio che l’odio qua non c’entri molto, ma questa è un’altra questione molto più sottile e, per ora, superflua.
La Misoxenia
Questa nuova parola, quindi, identificherebbe tutti quegli atteggiamenti e comportamenti aggressivi in modo attivo, sia verbale che fisico, nei confronti di un determinato gruppo di persone. Nello specifico sono comportamenti rivolti verso un gruppo che si ritiene pericoloso, o inferiore, o qualsiasi altra sorta di giustificazione si voglia dare ma che per ovvi motivi non regge al confronto con la logica e il buon senso. L’obiettivo è il solito: umiliare, allontanare, distruggere. All’origine di tutto ciò non è detto ci sia soltanto ignoranza o incolmabili differenze di qualche tipo. E a volte, perché no, sotto sotto c’è proprio una fobia, una paura. Che sia la paura del diverso (e quindi xenofobia) o la semplice paura di qualcosa che non si conosce, a volte è quello ad accendere le fiamme del disprezzo e della violenza.
Qui, in realtà, si torna all’antico problema: se venissimo educati fin dall’infanzia a gestire le nostre emozioni, certe cose non succederebbero più.
Credits: Photo by Charl Folscher on Unsplash