La rabbia è una delle cinque, o sei (a seconda della teoria), emozioni di base. Queste sono: rabbia, paura, gioia, tristezza, disgusto e qualche volta sorpresa, ma qualche studioso identifica quest’ultima solo come una generale attivazione dell’organismo. La rabbia è l’emozione che dobbiamo controllare più spesso perché può avere serie implicazioni per la società, dato che può sfociare in ira o violenza. Da qui la necessità di imparare a gestirla, un bisogno che nasce dalla potenza squilibrante che la rabbia può avere per le famiglie o la società in generale.
Il processo di gestione della rabbia
La gestione della rabbia è un processo il cui obiettivo è comprendere l’origine di questa emozione e, in parallelo, imparare qualche tecnica per evitare le più spiacevoli conseguenze di una gestione non sufficiente. In questo modo, mentre lavoriamo sull’incanalamento dell’emozione, lavoriamo anche sul potere che ha acquisito dalla sua origine. Alla fine, il paziente avrà degli strumenti per controllarla e la possibilità di comprenderla, che è l’obiettivo ultimo di questo processo. L’impegno personale per questo tipo di terapia è elevato, perché la persona avrà bisogno di concentrare tutte le sue attenzioni sul problema. Il tempo necessario di solito si aggira intorno ai quattro mesi, essendo un problema di rapida risoluzione in una situazione di moderata gravità.
Come qualsiasi altra emozione, la rabbia ha bisogno di essere gestita dalla persona per evitare i pericoli che possono derivare dalla mancanza di controllo. Come ogni altra emozione, non è facile da gestire in una società che non vede l’importanza dell’intelligenza emotiva o la necessità di gestire le emozioni in maniera efficace. Questo significa che lo sviluppo di tale abilità è lasciato nelle mani dei bambini che provano ad impararla con l’esperienza senza una guida solida. Spesso questo apprendimento non raggiunge un vero e proprio punto utile.