Post aggiornato: il Bonus Psicologo è stato approvato oggi 25 febbraio 2022. La richiesta passa comunque sempre dal medico di base
Bonus Psicologo, Cos’è e Come Funziona
E’ ormai qualche mese che sentiamo parlare di questo fantomatico Bonus Psicologo, eppure le informazioni a riguardo non sono molte. Oggi, 25 febbraio, il Bonus Psicologo è stato approvato dal Senato ed è quindi legge. Una metà di questo bonus servirà comunque per rinforzare la struttura sanitaria della salute mentale, ma anche lì si parla di briciole
Vediamo di cosa si tratta
Il Bonus parla di un tetto massimo di 600 euro una tantum da considerarsi come rimborso (quindi dovranno trovare il modo per erogarlo). Verrà comunque erogato a seguito di sessioni di psicoterapia, e non di sostegno psicologico. Quindi forse chiamarlo Bonus Psicoterapeuta piuttosto che Bonus Psicologo sarebbe stato meglio. Ma la distinzione è ancora difficile da fare per la politica e il sistema Italia, visto che, per esempio, negli ospedali si viene assunti solo se anche Psicoterapeuti
Le prime notizie parlano anche della necessità di una prescrizione medica per ottenere questo bonus. Il tutto quindi rimane sotto il dominio del medico di famiglia e della medicina in generale. Sarà un medico a stabilire se una determinata persona avrà diritto o meno a questo bonus. C’è anche un problema di disponibilità e accesso: quando avrò la ricetta medica, dovrò essere inserito in una lista? Ci sarà un click day? Inoltre c’è un logico tetto ISEE entro cui stare, sopra i 50mila euro tale bonus non potrà essere erogato. Si suppone che verranno predisposte diverse fasce, quindi le fasce inferiori avranno diritto a un bonus maggiore (sempre con tetto 600 euro) e via dicendo
Tale bonus potrebbe servire a coprire una media di 8-12 sessioni (a me sembra una sovrastima) di Psicoterapia per una platea di 16.000 persone stimate
Sono poche rispetto alla situazione attuale, ma sembra comunque meglio di niente
Serviva davvero?
E’ indubbio che ci sia una crisi di come viene gestita la salute mentale in Italia, soprattutto durante e in seguito alla pandemia da Coronavirus. I professionisti nel servizio pubblico sono pochi e gli ospedali non sono tenuti ad avere un reparto di Psicologia. La maggior parte delle persone è quindi costretta a rivolgersi al mercato privato perché le liste di attesa sono lunghe e, una volta effettuato l’accesso, le sessioni a disposizione sono comunque limitate
La principale critica è che si poteva fare di più e meglio, mentre il principale elogio è che “Finalmente qualcosa si sta smuovendo”. Ed è verissimo, già una proposta del genere risulta come una novità assoluta, ma siamo sicuri che sia la direzione giusta? Non era meglio, per esempio, utilizzare queste risorse (e preferibilmente molte di più) per assumere più personale e quindi ridurre l’attesa per chi si rivolge a tale servizio? Non sarebbe meglio alzare la percentuale della prestazione professionale che si può scaricare in dichiarazione dei redditi, ferma a un irrisorio 19%?
Rimaniamo in attesa di come finirà questo percorso, il post verrà aggiornato in base alle evoluzioni che seguiranno
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