L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, in italiano Desensibilizzazione e Riprocessamento attraverso il Movimento degli Occhi) è una tecnica psicoterapeutica utilizzata per il trattamento dei disturbi da Stress Post-Traumatico.
Consiste nel muovere due dita, in modo ritmico e davanti al campo visivo del soggetto. Viene chiesto al soggetto di seguire tale movimento con gli occhi mentre sta rievocando nella sua memoria un determinato trauma. Tale tecnica permette di depotenziare gli effetti del trauma, ovvero ridurre le sensazioni associate di ansia e paura, aiutando quindi a risolvere il problema all’origine.
Quando si può ricorrere all’EMDR
Ci sono un paio di cose da considerare per l’EMDR. La prima è che si tratta di una tecnica, ovvero non è una Scuola di Pensiero o di Psicoterapia, non è una Teoria Psicologica, ma uno strumento molto preciso e che può essere usato soltanto in determinate condizioni. Questo significa che non si tratta di una panacea che può risolvere qualsiasi tipo di patologia. Crederlo o farlo credere ai nostri pazienti è un problema piuttosto importante.
Come seconda c’è da capire che, in quanto tecnica e soltanto tecnica, deve essere inserita all’interno di un percorso di più ampio respiro. Non può essere l’unica cosa utilizzata nel percorso con il nostro paziente, soprattutto se non ci sono traumi da affrontare. Si tratta di una novità, e spesso ci si fa prendere la mano da certe cose, ma è doveroso riconoscere i limiti sia delle tecniche che utilizziamo sia di noi stessi, altrimenti ci mettiamo nella condizione di poter fare dei danni anche di notevole importanza. È lo stesso identico discorso che può essere applicato al counseling e ai counselor: senza una formazione specifica, utilizzare una tecnica soltanto (ovvero il counseling, che è una tecnica, e in italiano si chiama Supporto Psicologico) e credere o far credere di poter affrontare qualsiasi cosa, può essere molto pericoloso.
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