Dipendenza Affettiva: di cosa si tratta?

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Pubblicato il 

20 Settembre 2019

 alle 

12:26

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Dipendenza Affettiva
Dipendenza Affettiva

La Dipendenza Affettiva è uno dei disturbi più comuni e fa parte, insieme a molti altri, delle “nuove dipendenze”. Fino a poco tempo fa non veniva nemmeno annoverata tra i disturbi venendo addirittura scambiata per reale sentimento o lealtà. Vediamo che cosa significa tutto questo.

La Dipendenza Affettiva: il significato

Per “dipendenza” si intende un bisogno o una necessità estremi per una sostanza, un comportamento o qualsiasi altra cosa. In questo caso l’oggetto della dipendenza è una persona, differente dal soggetto stesso che soffre di tale disturbo. Per “affettiva” si intende che l’obiettivo di tale dipendenza è l’affetto, termine che può avere molteplici significati. In questo caso si intende l’attenzione, la cura, la stima di un’altra persona, o più semplicemente l'”amore” e il “voler bene”. La persona che soffre di dipendenza affettiva quindi ha bisogno che un’altra persona provi tali sentimenti per lei altrimenti sta male. Nello stare male, come nelle altre dipendenze, ci sono tentativi a volte anche estremi di recuperare l’oggetto (o la persona) del desiderio, spesso accettando o subendo comportamenti dannosi.

La storia

Soltanto in tempi recenti abbiamo identificato questo disturbo come tale, ovvero un comportamento dannoso per chi ne soffre. Questo perché è stata posta, soltanto negli ultimi tempi, maggiore attenzione sui fenomeni di violenza sul genere femminile, conseguenza comune della dipendenza affettiva. Infatti chi soffre di tale disturbo può arrivare a sopportare qualsiasi cosa pur di rimanere con la persona del desiderio, al punto da tollerare violenze di ogni tipo. Se prima veniva scambiato con l’amore romantico o la fedeltà totale (o, anche, il rispetto di un giuramento) adesso ci siamo accorti che tale disturbo può portare a situazioni disastrose e pericolose. Il movimento femminista, il divorzio e, negli ultimi anni, l’indispensabile attenzione verso il femminicidio hanno tutti contribuito a questa classificazione.

Storicamente si pensa che sia più frequente nelle femmine ma questo, a mio avviso, è piuttosto errato. I maschi possono soffrire di tale disturbo nella stessa frequenza ma, per ovvi motivi, le conseguenze che portano all’identificazione di tale disturbo le subiscono molto di meno (per quanto, comunque, le subiscano lo stesso).

La situazione attuale

La dipendenza affettiva è un disturbo molto subdolo perché spesso rimane tra le mura di casa. Chi ne soffre difficilmente riporta fuori i comportamenti a cui si sottopone, proprio per mantenere tale relazione. E’ nota la combinazione di una persona che soffre di dipendenza affettiva insieme a una persona dominante e narcisistica che vuole, e trae soddisfazione, dal comportamento sottomesso di una persona con questo disturbo. Chiaramente è una combinazione esplosiva, da cui non è così facile uscire.

Spesso scambiamo questo disturbo per amore, nel momento in cui “si fa di tutto per l’altra persona” oppure “solo lei mi rende felice”. L’amore è, e deve essere, prima di tutto libertà e rispetto. Tolti questi due non si parla più di amore ma di altra cosa e sicuramente di un rapporto sbilanciato. Se si riuscissero a insegnare tali differenze alle nuove generazioni si eviterebbero molte situazioni spiacevoli per le quali la “riparazione” avviene spesso troppo tardi.

Da dove viene e come si risolve

Tutte le dipendenze servono per riempire un vuoto che la persona sente dentro di sé. Che questo poi prenda la forma di una dipendenza affettiva o di una dipendenza da sostanze dipende soltanto dalle esperienze vissute e dalle caratteristiche personali. Tale vuoto spesso ha origine nell’infanzia, e rimane in combinazione con una scarsa capacità di gestione emotiva che dovrebbe essere insegnata dai genitori, evento raro. Questa combinazione genera la necessità di trovare l’affetto non ricevuto in un’altra persona (e non dentro se stessi) dipendendo così per tutta la vita da essa. C’è da notare che quando due persone che soffrono di questo disturbo si trovano, spesso si genera un rapporto di co-dipendenza che purtroppo non risolve il problema.

Secondo la Teoria Psicodinamica il modo migliore per risolvere tale disturbo è aiutare la persona a capire da dove arriva questo vuoto affettivo e insegnarle il modo di riempirlo da sola. E’ un disturbo, rispetto ad altri, di non facile identificazione, proprio perchè lo scambiamo con i reali sentimenti. Una volta correttamente identificato la risoluzione può essere lunga perché si tratta di aiutare la persona a cambiare pensieri e comportamenti che ha tenuto per tutta la sua esistenza, senza sapere realmente perché.

 

Credits: Photo by Valentin Antonucci on Unsplash

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