Si sente dire molto spesso ma cosa significa “elaborazione” in Psicologia o in Psicoterapia?
Definizioni
Ogni corrente di pensiero all’interno della Psicologia ha la sua propria definizione su moltissimi termini.
Nel caso specifico, all’interno della Psicodinamica, “Elaborare” significa dare un nuovo senso o un nuovo significato a un evento, un’emozione, un pensiero o qualsiasi altra cosa. In quanto fondamento della teoria e della tecnica significa che il problema che si è generato deriva da un’attribuzione di significato erronea, e dovrebbe quindi essere cambiata. Una volta cambiato il significato alcuni si fermano qua, mentre la Psicodinamica cerca di capire anche perché, la persona, ha sentito la necessità (inconscia, la maggior parte delle volte) di attribuire un significato del genere. In questo modo, una volta risolta l’origine del problema, si evita così che si ripresenti
Nel senso comune e in Psicoterapia
La parola elaborazione, quando si parla di Psicologia, di solito si applica nel sentire comune soltanto a “lutto” o “trauma“. Si sente quindi dire “elaborazione di un lutto” oppure “elaborazione di un trauma”, anche se spesso le persone che si rivolgono ai servizi di Psicologia o Psicoterapia non hanno ben chiaro cosa significhi “elaborare”. La domanda, poi, che mi viene rivolta molte volte a riguardo è: “Sì ma.. cosa significa elaborare? Nel pratico, cosa devo o dobbiamo fare?”. In realtà la risposta è semplice, proprio perché non c’è da fare alcunché di diverso rispetto a quello che si sta già facendo, ovvero la Psicoterapia. Fare Psicoterapia, infatti, molto spesso è sinonimo di elaborare qualcosa. E’ un percorso volto a comprendere meglio (dare nuovo significato, o trovarlo del tutto) alle situazioni della vita, esplorando se stessi e la propria esistenza.
Ma quindi?
A questo punto mi viene chiesto: “Ok, ma in pratica?”
Nello specifico elaborare un singolo evento, per esempio, significa fare un percorso composto da diverse fasi. Consideriamo però la suddivisione in queste fasi non soltanto soggettiva, ma anche elastica, e non rigida come viene qua proposta.
La prima fase è quella della ricapitolazione: si ripercorre insieme l’evento in tutti i suoi dettagli e ramificazioni
La seconda fase è quella della ricerca del significato attuale. Non bisogna stupirsi se tale significato non si trova, molto spesso però c’è e non è positivo per la persona stessa. Include quindi reazioni emotive che vanno a danneggiarci, in un certo senso
La terza fase comporta l’attribuzione di un significato differente a tale evento. Da un’emozione incontrollata, per esempio, si passa a un’emozione gestibile, magari differente, o a un altro tipo di senso. Questo è il nucleo dell’elaborazione stessa ed è un processo delicato
La quarta fase è l’accettazione: a volte si riesce a cambiare un significato, altre volte bisogna accettare quello che c’è. Quindi la rielaborazione significa rielaborare il proprio vissuto riguardo a quel determinato significato
L’ultima fase, la quinta, permette di riguardare tutto il processo e osservare insieme se è rimasto qualcosa da dover elaborare. Inoltre si va a esplorare il perché tale attribuzione è stata fatta in primo luogo
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